This is an Italian translation of Longtermism and animal advocacy
Tra i sostenitori dell’altruismo efficace è comune la tendenza di pensare che l’attivismo per gli animali sia di scarso valore per migliorare il futuro a lungo termine. In modo simile, gli animalisti spesso hanno il presupposto che il lungoterminismo abbia poca rilevanza per il loro lavoro. Eppure sembra ci sia un equivoco: la premura sufficiente per gli esseri senzienti non umani è un determinante chiave di quanto sarà positivo il futuro a lungo termine.
In questo post discuterò se l’attivismo animalista – o, più in generale, l'ampliamento del circolo morale – debba essere una priorità per i lungoterministi e delineo le implicazioni di un’ottica lungoterminista per l’attivismo animalista. Il mio punto di partenza è un’ideologia morale che rifiuta lo specismo ed assegna peso uguale all’interesse e al benessere di individui futuri.
L’attivismo animalista è potenzialmente un’area di priorità lungoterminista
I non-umani sono molto più numerosi degli umani, ma questi ultimi detengono tutto il potere politico. Da questa premessa è ragionevole concludere che esiti positivi saranno possibili solo se chi detiene il potere si interesserà in modo sufficiente di tutti gli esseri senzienti.
Ciò vale a prescindere da cosa intendiamo esattamente per "esito positivo" o "migliorare il futuro remoto". La mia priorità è prevenire future catastrofi morali, ma un sano movimento di attivismo animalista è importante sotto molte prospettive morali[1]. Quale speranza può esserci di un futuro positivo remoto (per tutti gli esseri senzienti) se le persone pensano che sia giusto trascurare gli interessi degli animali (spesso per motivi superficiali, come il gusto della carne)?
In un senso generale, si potrebbe dire che i valori delle persone (potenti) siano la determinante più importante del corso del futuro, e dunque che migliorare questi valori sia una buona leva per influenzare il futuro remoto[2]. Ci sono molte possibili obiezioni a questa tesi, ma penso che nessuna sia decisiva:
- Forse alle persone future importerà la riflessione morale. Se così fosse, potrebbero arrivare spontaneamente ad interessarsi di tutti gli esseri senzienti, nella misura giusta. Credo però che non possiamo essere sicuri di questa previsione ottimistica di un futuro incentrato su una riflessione attenta alla moralità anziché su pressioni economiche o interessi egoistici.
- Anche se gli animali non-umani (in particolare gli animali selvatici e gli invertebrati) sono i più numerosi al momento, questo potrebbe cambiare in futuro. Sembra però improbabile che gli esseri umani saranno i più numerosi. Una possibilità (speculativa) è che emergeranno in grande quantità nuove forme di senzienza, come esseri senzienti creati dagli uomini. Però questa non è per forza un’obiezione contro l'animalismo, perché forse in ultimo saremo in grado di garantire che la considerazione morale venga data a tutti gli esseri senzienti[3].
- Forse occorre solo un livello relativamente basso di considerazione morale per ottenere buoni esiti (ed in particolare evitare rischi di sofferenza astronomica), poiché potenti tecnologie future ci offriranno possibilità di compromesso e maggiore margine di manovra (vedi es. qui). Questo sembra possibile, ma tutt’altro che certo, e dovremmo comunque impegnarci ad assicurare un livello minimo di considerazione morale e processi adeguati per l’attuazione del compromesso.
Ovviamente, questa breve panoramica non dimostra che l’ampliamento del circolo morale è il modo più efficace di influenzare il futuro remoto. Ciò dipende anche dalla praticabilità del cambiamento sociale, da quanto sia possibile influenzare il futuro remoto, dalla probabilità di un arrestamento dei valori (anziché una loro continua evoluzione), dall’efficacia di altri interventi e dall’urgenza dell'ampliamento del circolo morale[4]. Discutere di questi fattori nel dettaglio andrebbe oltre lo scopo di questo post (vedi es. qui e qui), mentre io vorrei solo evidenziare che l'ampliamento del circolo morale potrebbe essere un'area di priorità lungoterminista.
Implicazioni del lungoterminismo per l’attivismo animalista
La maggior parte degli sforzi nell'attivismo animalista è diretta ad aiutare gli animali nel presente. Se prendiamo sul serio la prospettiva lungoterminista, probabilmente arriveremo a priorità ed aree di interesse diverse: sarebbe una coincidenza notevole se gli interventi concepiti per il breve termine fossero ideali anche in questa nuova ottica[5].
Sosterrò che concentrarsi sul lungo termine differisce in due modi principali.
Primo, un'ottica lungoterminista implica un'attenzione molto più alta al cambiamento sociale a lungo termine e (a confronto) meno enfasi sull'alleviare la sofferenza animale nell'immediato. È una maratona, non uno sprint. In particolare, si tratta di raggiungere un cambiamento duraturo, che consolida una persistente considerazione morale degli esseri senzienti non-umani.
Ciò implica attenzione alla salute e alla stabilità del movimento attivista animalista nel futuro. È vitale evitare qualsiasi azione che potrebbe compromettere la nostra abilità di raggiungere i nostri obiettivi nel lungo termine (in qualità di singoli, organizzazioni e come movimento). Massimizzare la probabilità di ottenere prima o poi un interesse sufficiente per gli esseri senzienti potrebbe essere molto più importante che accelerare il processo.
In particolare, uno dei modi in cui potremmo mettere a repentaglio la nostra influenza nel lungo termine potrebbe essere causando reazioni negative importanti (e permanenti). Dovremmo prendere contromisure ragionevoli per evitare che l’attivismo animalista diventi troppo controverso. Potrebbe accadere se l’animalismo in sé diventasse più divisivo o se venisse associato ad altre opinioni politiche altamente controverse (la polarizzazione eccessiva e la formazione di un divario dei valori sono anche fattori di rischio per i rischi di sofferenza ("s-risks").
In secondo luogo, è fondamentale che il movimento sia cauto e mantenga una mentalità aperta. Questo perché non siamo certi di quale sarà il problema più importante nel lungo termine[6]. In particolare, dobbiamo assicurarci che, in ultimo, il movimento comprenderà tutti gli esseri senzienti, inclusi gli invertebrati, gli animali selvatici e potenzialmente le menti artificiali. Questo è un motivo per concentrarsi sull'anti-specismo anziché sul veganismo. Infine, dovremmo anche prestare attenzione ai bias che potrebbero distorcere il nostro pensiero (vedi es. qui) e dovremmo prendere in considerazione molte possibili strategie, incluse quelle non ortodosse come la filantropia paziente.
Nell’ottica lungoterminista, altri fattori diventano meno importanti. Da questo punto di vista, alleviare tempestivamente i danni agli animali, ad esempio attuando una riforma dei diritti animali nel 2025 anziché nel 2030, risulta meno fondamentale, tranne nella misura in cui tali riforme possono influire positivamente sul futuro. (Naturalmente ridurre la sofferenza degli animali nell'immediato è comunque molto importante. Dobbiamo dare importanza alla riduzione della sofferenza sia nel breve che in termini lunghi.)
Ne consegue che il numero esatto di animali attualmente usati nelle varie industrie (o che sono selvatici) è meno importante, perché questi numeri varieranno inevitabilmente nel lungo termine. Anche effettuare stime quantitative dell'impatto diventa molto complesso, se non impossibile, data la difficoltà nel prevedere le popolazioni future di animali. È comunque bene essere consapevoli della posta in gioco, per prendere scelte più efficaci nel breve termine e come un dato per fare stime della sofferenza futura.
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È plausibile che espandere il circolo morale sia molto importante se vuoi realizzare un futuro utopico, perché questi esiti molto positivi sarebbero molto più probabili se il nostro atteggiamento verso gli animali cambiasse (vedi più avanti per possibili obiezioni).
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Anche altri fattori come gli strumenti tecnologici a nostra disposizione sono rilevanti, ma, secondo questa tesi, secondari perché sono i valori a determinare l’utilizzo che facciamo della tecnologia.
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Non è chiaro se la considerazione morale per gli animali verrà trasferita anche agli esseri artificiali. Si potrebbe pensare che potrebbe essere più efficace fare attivismo per i diritti degli esseri artificiali (presupponendo che in ultimo saranno i più numerosi). L'approccio migliore potrebbe essere di unire i due campi, promuovendo la considerazione morale per tutti gli esseri senzienti (e modificando l’approccio in base ai segni di possibili esseri artificiali senzienti).
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Qui per urgenza intendo se non possiamo delegare o lasciare il lavoro ai nostri successori. In altre parole: non è chiaro se urga espandere il circolo morale ora o se possiamo riservare l'opzione di espanderlo più tardi, raccogliere ulteriori informazioni nel frattempo. Dipende da se ci aspettiamo un blocco dei valori o un qualche altro evento cardine nel futuro prossimo. (Anche per altri interventi sono state discusse questioni simili.)
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Sarebbe tuttavia meno sorprendente che ci fosse un qualche livello di sovrapposizione tra interventi per il futuro a breve e a lungo termine. Per esempio, aumentare la considerazione per esseri senzienti finora trascurati è un buon principio euristico per migliorare il mondo, indipendentemente dal momento temporale. Inoltre, se le conoscenze e risorse del movimento ora non sono ancora ottimizzate fortemente per massimizzare l'impatto nel breve termine, allora c'è la possibilità di miglioramenti che aiutino con il breve e il lungo termine in contemporanea (es. aumentare l'efficacia dell’attivismo in generale).
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Vale la pena notare che l'allevamento nella sua forma attuale potrebbe comunque diventare obsoleto nel lungo termine, es. per via di tecnologie come la carne coltivata, anche se ciò non è affatto sicuro.